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FRANCESCO PETRARCA
Che locata l’avean là dov’ell’era.
80Ahi nova gente oltra misura altera,
Irreverente a tanta ed a tal madre!
Tu marito, tu padre;
Ogni soccorso di tua man s’attende;
Chè ’l maggior Padre ad altr’opera intende.
85Rade volte addivien, ch’all’alte imprese
Fortuna ingiurïosa non contrasti;
Che agli animosi fatti mal s’accorda.
Ora sgombrando ’l passo onde tu intrasti,
Fammisi perdonar molt’altre offese;
90Ch’almen qui da sè stessa si discorda:
Però che quanto ’l mondo si ricorda,
Ad uom mortal non fu aperta la via
Per farsi, come a te, di fama eterno:
Che puoi drizzar, s’io non falso discerno,
95In stato la più nobil monarchia.
Quanta gloria ti fia
Dir: ‘ Gli altri l’aitar giovane e forte;
Questi in vecchiezza la scampò da morte! ’
Sopra ’l monte Tarpeo, canzon, vedrai
100Un cavalier ch’Italia tutta onora,
Pensoso più d’altrui che di sè stesso.
Digli: un, che non ti vide ancor da presso,
Se non come per fama uom s’innamora,
Dice, che Roma ogni ora
105Con gli occhi di dolor bagnati e molli
Ti chier mercè da tutti sette i colli.
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