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FRANCESCO PETRARCA
86 | xx |
I quai posi in amar cosa mortale
Senza levarmi a volo, avend’io l’ale
4Per dar forse di me non bassi esempi.
Tu, che vedi i miei mali indegni ed empi,
Re del cielo, invisibile, immortale,
Soccorri all’alma disviata e frale,
8E ’l suo diffetto di tua grazia adempi:
Sì che, s’io vissi in guerra ed in tempesta,
Mora in pace ed in porto; e se la stanza
11Fu vana, almen sia la partita onesta.
A quel poco di viver che m’avanza
Ed al morir degni esser tua man presta.
14Tu sai ben che ’n altrui non ho speranza.
Canzoni
87 | v |
Dentro alle qua’ peregrinando alberga
Un signor valoroso, accorto e saggio;
Poi che se’ giunto all’onorata verga,
5Con la qual Roma e suo’ erranti correggi,
E la richiami al suo antico viaggio;
Io parlo a te, però ch’altrove un raggio
Non veggio di virtù, ch’al mondo è spenta;
Nè trovo chi di mal far si vergogni.
10Che s’aspetti non so, nè che s’agogni
Italia, che suoi guai non par che senta;
Vecchia, ozïosa e lenta:
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