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FRANCESCO PETRARCA
Canzone
84 | iv |
Per dar riposo a la mia vita stanca,
Ponsi del letto in su la sponda manca
Con quel suo dolce ragionare accorto;
5Tutto di pietà e di paura smorto,
Dico: ‘ Onde vien’ tu ora, o felice alma? ’
Un ramoscel di palma
Et un di lauro trae del suo bel seno,
E dice: ‘ Dal sereno
10Ciel empireo e di quelle sante parti
Mi mossi, e vengo sol per consolarti.’
In atto et in parole la ringrazio
Umilemente, e poi domando: ‘ Or donde
Sai tu il mio stato? ’ Et ella: ‘ Le triste onde
15Del pianto, di che mai tu non se’ sazio,
Co l’aura de’ sospir, per tanto spazio
Passano al cielo e turban la mia pace.
Sì forte ti dispiace
Che di questa miseria sia partita
20E giunta a miglior vita?
Chè piacer ti devria, se tu m’amasti
Quanto in sembianti e ne’ tuoi dir mostrasti.’
Rispondo: ‘ Io non piango altro che me stesso,
Che son rimaso in tenebre e ’n martire,
25Certo sempre del tuo al ciel salire,
Come di cosa ch’uom vede da presso.
Come Dio e Natura avrebben messo
In un cor giovenil tanta vertute,
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