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FRANCESCO PETRARCA
78 | xiii |
C’hanno, fuggendo, i miei pensieri sparsi,
E spento ’l foco ov’agghiacciando i’ arsi,
4E finito ’l riposo pien d’affanni;
Rotta la fè degli amorosi inganni,
E sol due parti d’ogni mio ben farsi,
L’una nel cielo e l’altra in terra starsi:
8E perduto ’l guadagno de’ miei danni;
I’ mi riscuoto, e trovomi sì nudo
Ch’i’ porto invidia ad ogni estrema sorte;
11Tal cordoglio e paura ho di me stesso.
O mia stella, o fortuna, o fato, o morte,
O per me sempre dolce giorno e crudo,
14Come m’avete in basso stato messo!
79 | xiv |
Quella ch’io cerco e non ritrovo in terra:
Ivi, fra lor che ’l terzo cerchio serra,
4La rividi più bella e meno altera.
Per man mi prese e disse: ‘ In questa spera
Sarai ancor meco, se ’l desir non erra:
I’ son colei che ti die’ tanta guerra,
8E compiei mia giornata innanzi sera.
Mio ben non cape in intelletto umano:
Te solo aspetto, e quel che tanto amasti,
11E là giuso è rimaso, il mio bel velo.’
Deh perchè tacque et allargò la mano?
Ch’al suon de’ detti sì pietosi e casti
14Poco mancò ch’io non rimasi in cielo.
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