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FRANCESCO PETRARCA
Qual su le treccie bionde,
Ch’oro forbito e perle
Eran quel dì a vederle;
50Qual si posava in terra, e qual su l’onde;
Qual con un vago errore
Girando parea dir: ‘ Qui regna Amore. ’
Quante volte diss’io
Allor pien di spavento:
55‘ Costei per fermo nacque in Paradiso! ’
Così carco d’oblio
Il divin portamento,
E ’l volto e le parole e ’l dolce riso
M’aveano, e sì diviso
60Dall’immagine vera,
Ch’io dicea sospirando:
‘ Qui come venn’io, o quando? ’
Credendo esser in ciel, non là dov’era.
Da indi in qua mi piace
65Quest’erba sì, ch’altrove non ho pace.
Se tu avessi ornamenti quant’hai voglia,
Potresti arditamente
Uscir del bosco, e gire infra la gente.
67 | ii |
Mi guida Amor; ch’ogni segnato calle
Provo contrario a la tranquilla vita.
Se ’n solitaria piaggia, rivo o fonte,
5Se ’n fra duo poggi siede ombrosa valle,
Ivi s’acqueta l’alma sbigottita;
E, com’Amor la ’nvita,
Or ride or piange, or teme or s’assicura;
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