Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
DANTE ALIGHIERI
Dirada in te le maligne radici,
De’ figli non pietosa,
Che hanno fatto il tuo fior sudicio e vano,
E vogli le virtù sien vincitrici;
35Sì che la fè nascosa
Resurga con giustizia a spada in mano.
Segui le luci di Giustiniano,
E le focose tue mal giuste leggi
Con discrezion correggi,
40Sicchè le laudi ’l mondo e ’l divin regno:
Poi delle tue ricchezze onora e fregia
Qual figliuol te più pregia,
Non recando a’ tuoi ben chi non n’è degno;
Sì che prudenza ed ogni sua sorella
45Abbi tu teco: e tu non lor rubella.
Serena e gloriosa in sulla ruota
D’ogni beata essenza
(Se questo fai) regnerai onorata:
E ’l nome eccelso tuo, che mal si nota,
50Potra’ poi dir, Fiorenza.
Dacchè l’affezion t’avrà ornata,
Felice l’alma che in te fia creata!
Ogni potenza e loda in te fia degna:
Sarai del mondo insegna.
55Ma se non muti alla tua nave guida,
Maggior tempesta con fortunal morte
Attendi per tua sorte,
Che le passate tue piene di strida.
Eleggi omai, se la fraterna pace
60Fa più per te, o ’l star lupa rapace.
Tu te n’andrai, canzone, ardita e fera,
Poichè ti guida Amore,
Dentro la terra mia, cui doglio e piango;
107 |