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DANTE ALIGHIERI

               Quando la donna mia
               Fu giunta dalla sua crudelitate:
               20Perchè il piacere della sua beltate
               Partendo sè dalla nostra veduta,
               Divenne spirital bellezza grande,
               Che per lo cielo spande
               Luce d’amor, che gli angeli saluta,
               25E lo intelletto loro alto e sottile
               Face maravigliar; tanto è gentile!


Sonetti

46
G
UIDO, vorrei che tu e Lapo ed io

Fossimo presi per incantamento,
               E messi ad un vascel, ch’ad ogni vento
               4Per mare andasse a voler vostro e mio;
          Sicchè fortuna, od altro tempo rio,
               Non ci potesse dare impedimento,
               Anzi, vivendo sempre in un talento,
               8Di stare insieme crescesse il disio.
          E monna Vanna e monna Lagia poi,
               Con quella ch’è sul numero del trenta,
               11Con noi ponesse il buono incantatore:
          E quivi ragionar sempre d’amore:
               E ciascuna di lor fosse contenta,
               14Siccome io credo che sariamo noi.

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