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vi | tesoro letterario di ercolano |
Alla edizione del 1855 venne fornita di 20 tavole, ed altre due ne furono aggiunte nel 1856, ed essa è del tutto esaurita.
La presente edizione viene corredata di 28 tavole, la cui condotta quì brevemente accenneremo.
Dopo aver dato una breve e distinta dichiarazione del rinvenimento dei papiri Ercolanesi, del numero degli stessi, e delle loro differenti qualità, mostrasi e la pianta del Cyperus Papyrus, che fornì la miglior carta agli antichi, ed i varî strumenti scrittorî, non che la macchina per isvolgere i detti volumi carbonizzati della Biblioteca Ercolanese; nel quale lavoro si distinguono i sigg. Biondi, e Malesci, abilissimi svolgitori. Recasi l’effigie di Epicuro rinvenuta nella Casa dei Papiri, forse qual prototipo della setta, cui era addetto il Padrone della Biblioteca. Principale diligenza è stata poi quella di esattamente in più tavole esprimere i fac-simili cennati colle differenze dei varî caratteri dei papiri fin ora pubblicati; nè si è trascurato di mostrare le cifre ed i segni d’interpunzione degli antichi, che nei volumi s’incontrano. L’Indice de’ suoi capi, riportato per ciascun papiro pubblicato, rende assai più interessante questo libro, e pei quali vengono i leggitori invogliati a fare acquisto dei dotti tomi dei volumi di Ercolano presso la Reale Stamperia, per meglio, e più esattamente conoscere la sapienza degli antichi illustrata dalle fatiche erudite della Reale Accademia Ercolanese, che all’ombra dei Gigli di oro ha saputo ben meritare della classica letteratura.
Due tavole di caratteri greci, e latini ritratti o da quei papiri, che giunti assai maltratti non possono fornirci altro più rimarchevole; o furono copiati da quelle così dette scorze, delle quali diremo nella pag. 3ª gioveranno assaissimo per la paleografia antica.
Altre quattro tavole metteranno sott’occhio dell’erudito lettore non meno la casa, ove furono ritrovati i papiri; che la topografia antica, e moderna di Ercolano, e lo stato del Vesuvio, quando successe la terribile eruzione, che seppellì l’infelice città.
Tre altre tavole rappresenteranno alcune pitture Ercolanesi e Pompejane, che ad oggetti scrittorî possonsi rapportare, e faciliteranno ai giovani studenti la cognizione dei classici scrittori in tale argomento.
Una ultima tavola rappresenta l’effigie di tre grandi personaggi, i quali assai bene meritarono dell’Officina anzidetta, inalzati sopra tre antiche colonne.
Finalmente a compire la descrizione dell’Officina accenneremo gli Autori, e i titoli delle loro opere, che sono a noi giunti nei papiri finora svolti, sebbene ve ne siano molti privi.
Possano queste nostre fatiche essere utili se non ai dotti, almeno ai giovani studenti, principalmente stranieri.