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l’autore ai lettori. | xlix |
impedito di servir Dio e salvare l’anima. Il mondo civile non essere fine a sè stesso od aver solo per fine la propagazione della Fede, compiuta la quale dover sopraggiungere il dies iræ e la finale consumazione del secolo. Ò nella mia Eroida fatto pittura in iscorcio di que’ fanatici, la cui semenza non è spenta ancora a’ dì nostri, e seguitano a traviare la religione dai larghi sentieri della scienza e della civiltà. Fu scritto con gran verità e saviezza, la religione essere quell’aroma prezioso onde alla scienza umana viene impedito sempre mai di corrompersi. Ma guai per la religione e pel mondo civile se l’aroma e la sostanza aromatizzata non fanno uno!
POCHE NOTERELLE DI LINGUA.
Ad ogni tempo toccano certe speciali necessità: nel nostro è impossibile agli scrittori italiani schivar le questioni intorno alla lingua. E ringraziamo Dio che se ne faccia disputazione, provandosi con ciò non essere al tutto mortificato appo noi il fine senso dell’eleganza nè estinte le tradizioni della favella de’ classici; e provandosene eziandio che dello sparuto e contrafatto parlar moderno siamo vergognosi e scontenti, sebbene non sappiasi ancora come supplirlo e come ai nuovi pensieri legar le parole antiche o le novamente trovate, ma senza accattarle da’ forestieri. Certo è che nel secolo sesto e settimo dell’èra cristiana non fervevano, che si sappia, controversie di lingua e di stile; e la barbarie guastando e snaturando il latino ogni di più, giunta era per sino a spegnerne il sentimento e la viva memoria; il che non avviene oggi in Italia del nostro volgare. Quindi coloro che fannosi beffe di tali studj e mostrano di avere la mente rivolta a cose di maggior levatura, sono invece così poveri di ragion filosofica da non iscorgere quanto