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l’autore ai lettori. | xxxvii |
e miseria nella pensante e razionale? Sembrò aquetarsi l’oppositore, ma fu per un poco; e tosto ripigliò dicendo: Sta bene; ma come pretendete di scioglier l’enigma ed appagare i lettori con que’ tre versi: O poverella mia, perchè disperi? — Ripensa nel cuor pio — Che sopra noi, che sul creato è Dio! L’esservi Iddio non fa che non vi sia il male.— Non fa, del sicuro, io gli replicava. Il male sussiste, e bisogna non già negarlo, sibbene spiegarlo; e la esistenza di Dio lo spiega. Perocchè Dio vuol dire bontà infinita e infinita providenza; e perciò, se la limitazione e l’insufficienza inemendabile delle cose mondane trae seco certa quantità e temporaneità di male, la providenza infinita trae seco dal lato suo una graduale attenuazione e diminuzione di quello e un sempiterno compensamento. Chi questo non crede, discreda pure Iddio; conciossiachè non sono mai compossibili un Dio senza bontà, e una bontà divina ed onnipossente che lascia trionfare il male e non rimerita il bene.
Cotesto significato à l’Idillio, la cui forma si differenzia da tutte le altre da me adoperate; e non è propriamente una maniera di dialogo, ma un intreccio (forse strano) di alquanti monologhi, ciascuno de’ quali esprime con varietà e vivezza certa specificata natura di cose; anzi, è dessa natura che parla con diversità di linguaggio nelle sue diverse creazioni e manifestazioni. Genere ardito di poetare che usato con brevità e parsimonia sembrami contenere molta vaghezza, ma soprusato, come lo vedo in Francia e in Germania, mi sembra generare sazievolezza e monotonia.
I DUE AMORI.
Platone à certo nel suo Convito discussa profondamente la materia d’amore, e vi à lumeggiato con arte e