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xxxvi | l’autore ai lettori. |
stampato) parea naturale ch’egli trovasse accoglimento grazioso in Italia, appresso, almeno, di coloro che in cima d’ogni pensiero tengon la patria e la dignità d’uomo e di cittadino. Ma queste ragioni non tornano sufficienti, per avventura, a far buoni e belli davvero i miei versi mediocri; del che giudice non sono io nè il volgo, ma i lettori bene avvisati, e spogli, per la virtù del tempo, d’ogni ingiusta preoccupazione.
LE MONTANINE, LA PAZZERELLA,
IL SOGNO SPIEGATO.
Un solo concetto ebb’io nel dettare queste tre brevi composizioni, e fu di togliere alla dimenticanza delle moltitudini e far prova di rimettere in uso quelle ballate gentilissime del Cavalcanti e del Poliziano le quali brillano come picciole gemme nel tesoro del nostro Parnaso. E perchè era vana pretesa e ridevole il voler gareggiare con essi d’ingenua grazia e d’elegante semplicità e schiettezza, così mi studiai di compensare il grave discapito con introdurre in queste mie ballatette più passione e forse più sentimento che non portava quell’antico modo di poetare.
MISTERO.
Qualcuno, letto l’Idillio, mi disse: Oh che mistero c’è qui? Il padre di tutti i misteri, risposigli, ed eziandio di tutti il più lacrimoso e terribile, la esistenza del male. Vorrei mi spiegaste perchè l’innocente patisce, e l’ordine di questo mondo provvede meno alla salute di lui che a quella dell’infimo degli animali bruti. Concordia tanto maravigliosa e cospirazione tanto visibile di mezzi e di fini nella natura fisica e irrazionale, e così gran discrepanza