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xxii l’autore ai lettori.


dal nostro cielo con tale avvenenza che è sempre nuova e sempre inesausta a chi bene la studia e l’intende. Perchè poi nell’arti liberali una giumella di buon esempio importa e fruttifica molto più che uno stajo di buoni e sani precetti, così sforzai la mia povera musa di predicare col fatto, e pigliai speranza di mostrare un cenno e un indizio almeno di ciò che da ingegni più alti e più fortunati avrei voluto veder praticare. E perchè fosse manifestissimo anche per la mia tenue Camena che da pertutto è il vario, da per tutto il nuovo ed il pellegrino e che la vena loro è larga e infinita, io promisi a me stesso e feci proposito fermo che in ognuno di questi Idillj sarei venuto tentando una specie diversa di poesia con diversa forma di stile. Nè mi sembra avere mancato alla promissione, come apparirà meglio da quello che sono qui per notare intorno a ciascuna composizione.

I PATRIARCHI.

Poichè l’origine prima e la fine ultima di tutte le cose nascondesi interamente alla scienza positiva umana; e ciò non pertanto la fede, la immaginazione e certo giudicio indovinatore vi si travagliano intorno continuamente; così l’uno e l’altro termine dettero sempre materia amplissima alla poesia. Quasi appresso ogni popolo v’à qualche tradizione d’un secolo d’oro e qualche descrizione fantastica delle beate origini del genere umano: avvenga ciò pel bisogno del nostro spirito di credere attuato comechessia il concetto della felicità e della perfezione nel mondo; ovvero, perchè in fatto gli uomini primitivi trascorsero una età innocente e abbellita da purissima religione e dal felice iniziamento di tutti i beni sociali.

Al severo giudicio della filosofia alla quale io m’at-