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l’autore ai lettori. xv

DEL RITMO E DELL'ARMONIA.

Cura particolare è posta nel far sempre varia, convenevole ed espressiva l’armonia del verso sciolto. Perocchè studiando con diligenza la sua tessitura metrica, non mi fu malagevole di conoscere che esso non cede di molto nel numero e nella diversità delle combinazioni all’esametro greco e latino. Nel vero, la disposizione degli accenti; il diverso mescolamento dei dattili e degli spondei che un orecchio fine ed esercitato avvisa ben anche nel nostro idioma; la frequenza o radezza delle vocali, il loro incontro e le loro elisioni; le voci tronche e le sdrucciole; i dittonghi più o meno contratti; le parole corte o lunghe; infine, il trapasso dell’un verso nell’altro, formano altrettanti elementi e porgono altrettanti mezzi di sempre modificare l’armonia e farla acconcia all’indole delle cose significate: sebbene oggidì sieno pochissimi gli orecchj avezzi a sentirla e goderla compiutamente, e si mantengano quindi capaci di giudicarne appresso gli autori il pregio o il difetto. Ma ciò che al presente viene avvisato da pochi, non è impossibile che divenga fra breve tempo un sentimento quasi comune; ed allora molti poeti moderni riusciranno, da questo lato, così sazievoli e mal graziosi come è accaduto all’Alamanni e a parecchi altri cinquecentisti. E chi crederà che il sommo e quasi perfetto esemplare di tale bellezza sia il Caro, stato il primo balio, si può ben dire, del verso sciolto, e che nondimeno nessuno dopo lui l’abbia superato sì nel temperare e variar l’armonia e sì nell’adattarla ai pensieri e agli affetti? È cosa mirabile com’egli sappia frequentissimamente condurre di seguito gli otto i dieci e gli undici versi l’uno dall’altro dissimili per la fattura metrica, e che nelle