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vi | l’autore ai lettori. |
nell’Inno a Santa Sofia quanta pietà ed affetto cristiano possa leggersi mai nelle Vite di Fra Cavalca e quanta vedesene ritratta nei quadri di Frate Angelico; e nondimeno, colorire ogni cosa alla greca e alla raffaellesca; intendimento superbo al quale sarei soddisfatto di essermi accostato pure un minimo che.
DUE INNI ALLA CHIESA PRIMITIVA.
Da natura fui menato prepotentemente al filosofare e dagl’infortunj estremi d’Italia al politicare; e come, d’altra banda, un amore veementissimo (e non so ancor bene se poco o niente felice) legavami alle dolci Muse, ei ne avvenne che le mie poesie uscirono spesso impregnate di metafisica e di politica. A rispetto poi della prima, io non son dubio ad affermare che io non credo cosa molto fattibile oggi il poetare senza profondità di concetti speculativi; atteso che nell’uomo tanto o quanto educato cresce al dì d’oggi l’abito del pensare e del meditare, e piacegli troppo di cercar delle cose il perchè sostanziale e l’essere universale e durevole. Nè la poesia d’oltremonte, la vuoi francese o inglese o teutonica, astiensi al presente da un alto filosofare. Se non che, dee correre fra gli oltramontani e noi questa differenza notabile, che in Italia le astrattezze metafisiche e le dottrinali intenzioni non sono tollerate frequenti ed oscure nè si vogliono nude e crude come appo i tedeschi; nè debbono similmente abbondar di soverchio le meditazioni, che chiamerò psicologiche e mistiche, come appo gl’inglesi. La filosofia che meglio s’accorda con l’arte poetica è quella, del sicuro, la quale compone un tutto col sentimento e la fantasia; e nella storia de’ fatti umani scuopre la significanza loro morale e civile; e nella pittura delle passioni rende manifesti gli occulti e arcani moventi del cuore; e inda-