E fu Geltrude vergine sorella
Che la fronte serena e i bei crin d’oro 25Chiuse in mistiche bende. — Assai da prima
Che le scuotesse il petto aura di vita,
L’egregio solitario, onde Cassino
Tanto grido movea, di lei s’accorse
Fatto profeta e sulla sua virtude 30Maraviglio. Per entro un cavo speco,
Dalle balze fasciato e dalle ripe
Dei simbrüini stagni, imberbe ancora,
Mentre con frutto di silvestri fronde
Suoi digiuni temprava, al ciel rapito 35Fu un giorno e vide memorande cose.
Vide una chiara insegna ir per lo cielo
E con essa più genti in bianca stola,
Di fioraliso ghirlandate, e sparse
Di luce tal che non v’aggiunge il sole. 40Caste giovani e belle empiean la fronte
Della soave schiera, a cui per duce
La propria affigurò nobil sirocchia,
E Geltrude con ella, in amistanza
Si dolce intrinsecate che sovente 45Baciavansi nel volto e si fean cambio
Delle corone. Al sommo è celebrata
Però l’alma Geltrude, e suonar tutti
Del suo gran nome i penetrali ascolti,
Ove tacite in lei specchian lor mente 50Le vergini romite, e a farle onore
I devoti recessi ornan d’allegri
Pendenti serti e di purpuree sete.
Perciò qual di sue lodi a correr prende
Tuttii vasti sentieri, a largo subbio 55Difficil tela e interminata avvolge:
E se il meglio ne cerca, è all’operosa
Ape simíl che va di fiore in fiore,
Quando l’erbe sen fan gremite e piene,
E mille ne preliba e fra cotanti 60Nettarei succhi dubitosa pende.