dell’onore della Corona vittrice chiunque nel Pugilato uccideva il suo rivale. Ricorda tra questi con isdegnosa voce la Fama Creugante, e Damosseno. Erano ambi Argivi, ambi pugillatori valorosissimi; e nei giuochi Nemei essendo armati, come solevano, di semplici meliche le palme delle mani, combattendo dalla mattina, già avvicinar vedevano la sera, senza che la vittoria dall’uno o dall’altro lato piegasse. Pattuirono allora entrambi di darsi alternativamente un gran colpo, il valor del quale proclamar dovesse il vincitore. Creugante diede il primo una forte percossa sopra la testa del suo rivale; e questi, disponendosi a rendergliela, ordinò a Creugante di tener ben alzata sopra la testa la mano destra. Vibrando allora tese e serrate violentemente le dita della mano destra, lo ferì con tanta violenza nel fianco, che le dure unghie sue facendo strada alla mano, glie la immerse tutta, e la ritirò con le viscere palpitanti dell’infelice Creugante, che spirò l’anima in quel punto medesimo. Gli Argivi inorriditi, non so se dalla novità, o dalla crudeltà dello spettacolo, condannarono il vincitore all’esilio; e coronarono di vittoria il morto Creugante, a cui eressero una statua, che collocarono nel Tempio di Giove Liceo in Arcadia. Canova sceglie il momento in cui Creugante, dopo di aver dato il suo colpo, e, deposte a terra le meliche da cui era armato, posa la mano destra serrata a pugno sopra la testa, e