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contenta e paga sì della propria sua soddisfazione, che oblìa perfettamente gli oggetti che la circondano, e non ha duopo per esser felice di leggere negli occhi altrui l’applauso dei proprj figli; felicità che non è mai scevra da qualche tinta d’orgoglio personale, e di amor proprio. Alcinoo rivolge indietro la maestosa sua testa, e, sorridendo con uno sguardo indagatore, osserva Ulisse con compiacenza. Festeggiare un tanto Ospite; festeggiarlo col mezzo di persone sì care; festeggiarlo sì che porti sculto nel cuore essere i Feaci i principali in maestrìa
ecco le liete idee che gli sorridono nel pensiero, e che a chiare note si leggono nella serena sua fronte. La giovinetta Nausicaa con la vezzosa sua testa, e con parte della sua bella persona rivolta ad Ulisse, si mostra interamente straniera a quello spettacolo, e di lui solo occupata. Essa lo riguarda con quell’irresistibile sentimento con cui deve riguardare un uomo che per voler di Minerva al suo primo presentarsele le piacque; quello a cui fu essa la prima cortese dell’ospitalità; quello finalmente, che credette per un momento stabilito dagli Dei ad essere il compagno del suo dolce destino, lo sposo suo. Certamente gli occhi di Ulisse e di Nausicaa si saranno qui talvolta incontrati, e saran corsi forse tutti e due con la mente ad Itaca, a Penelope.... ma oh! con quanta diversità di sentimenti e di pensieri!