statua in marmo
V.
Oh! sii pur la ben venuta dal Cielo, bella e vezzosa Coppiera di Giove, amabile Dea dell’eterna gioventù! Dove, le disse quel sì soave e sì industre Poeta,
Dove per te, celeste ancella, or vassi,
Che di te l’aurea, eterna mensa or privi?
Come degni cangiargli astri nativi
Con questi luoghi tenebrosi e bassi?
O Canova immortal, che indietro lassi
L’Italico Scarpello, e il Greco arrivi,
Sapea che i marmi tuoi son molli e vivi,
Ma chi visto t’avea scolpire i passi?
Spirar qui vento ogni pupilla crede,
E la gonna investir, che frettolosa
Si ripiega ondeggiando, e indietro riede.
E Natura, onde legge ebbe ogni cosa,
Che pietra e moto in un congiunti vede,
Per un istante si riman pensosa.
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