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vederci. L’attitudine di questa fanciulla, i suoi bei capelli sciolti che si spargono in simetriche masse, il suo semplice ed elegante vestito, il suo passo modesto, tutto è così amoroso in lei, così pieno di grazia, che io non credo che matita o scarpello abbia mai destate senzazioni più tenere ed affettuose, senza il soccorso della eloquente fisionomia. L’altra di età alquanto maggiore, che mirasi di profilo, di un carattere semplicissimo, è acconciata e vestita come la sua compagna. Le braccia e le mani che in lei si veggono sono corrispondenti, per la loro bellezza e per la purità dei loro contorni, a tutto il restante della bellissima persona. Segue essa la Virtù con divoto e mesto passo, abbassando il tenero suo volto verso il petto e le mani, con cui tiene una facella accesa, ed appoggiata sopra la spalla sinistra, per funebre pompa soltanto, e come colei che seguendo la Virtù d’altra scorta non abbisogna. Queste tre figure sono così meravigliosamente aggruppate, mercè l’unanime sentimento che le guida, le ghirlande di fiori, ed il tappeto sopra cui sono collocate, che sole basterebbero a formare uno dei più bei monumenti che veder si potesse.

L’altro gruppo, non meno, anzi forse più del primo commovente, che a qualche distanza ed a guisa di processione, gli vien dietro, è composto da una giovane, che alla soavità del suo bel volto, ed al pietoso suo