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Scultore, il quale alla infinita varietà della natura che imita, aggiunge la fortunata combinazione del bello ideale che crea, non ha che pochissime voci per essere espressa dallo scrittore. E quali e quante gradazioni infinite non ci sono nella dolcezza, nella soavità, nell’asprezza, nella severità, che il più delle volte non possono che con una sola voce nominarsi! Per distinguerle tutte adeguatamente converrebbe che la nostra lingua anzi che degli uomini, opera fosse di quella medesima Divinità, che seppe mettere nelle cose simili una così meravigliosa dissomiglianza. Troverete in fronte di questo libretto inciso con bell’accuratezza il Monumento dell’Emo. Potrebbe forse taluno di poca avvedutezza tacciarmi, nel far sì con quest’unica stampa che più