Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
95 |
SONETTO
Chi vide il sen nascente, e il giovinetto
Omero, e la non bene ancor fiorita
Faccia pensosa sull’alato insetto,
Che il vol dell’immortali alme ci addita;
Vo’, dice, riveder sì caro oggetto,
Quando più rigogliosa e calda vita
Scorra nel fianco pien, nel colmo petto.
Così vera gli par la Dea scolpita!
Ed Amor batte intorno ad essa i vanni,
Lieto nel vagheggiar nel nascer loro
Le cagion dolci dei suoi lunghi affanni.
Casto, come l’immago, e il gran lavoro:
Nè di Pericle, e Augusto invidia gli anni
Il Secol nostro, che per esso è d’oro.