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meraviglia dello scarpello di Canova, con leggiadra semplicità, ripiegata la cuopre. Ma perchè quell’invido lino che adombra la metà inferiore delle tue belle membra, o castissima Psiche? Del tuo candore, della candida tua innocenza vestita, tu rendi puro come te stessa lo sguardo ed il pensiero che in te meravigliato si affisa. Questa fanciulla tutta bella desta però nell’animo di chi lungamente la contempla una certa inquietudine, un non so che d’increscevole. Quel tanto suo bastare a sè stessa ti spiace, e da quel marmo corri forse col rapido pensiero a quegli esseri, che volendo, e potendo bastare a loro medesimi, possono bensì esser felici, cari agli altri non mai. Quest’amabil giovinetta, che sta fra il decimoterzo e decimoquarto anno della sua età, viene considerata per l’aurea purità dello stile con cui è sculta la più Greca opera di Canova: e perchè a Greco scarpello Greca penna s’unisca, odi ed ammira il bel Sonetto d’Ippolito Pindemonte.