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SONETTO
Perseo vincesti: e, più che nel reciso
Teschio, onde Palla rimbellì lo scudo,
E, più che nel falcato acciaro ignudo,
Sculta ti leggo la vittoria in viso.
Ma io, di quel c’hai nella Libia ucciso,
Conosco un mostro più fatale e crudo.
Contro cui da gran tempo indarno io sudo,
E che non so se fu da te conquiso.
So ben, che alla famosa Erculea clava,
Poscia che i mostri più tremendi estinse,
Pur quel, ch’io dico, da domar restava.
Invidia è il nome: il buon Canova spinse
Già molti colpi nella belva prava;
Ma te, Perseo, scolpendo, alfin la vinse.