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180 Capitolo 11 - Stime di parametri

Per scrivere questa espressione si è fatto uso di tutte le ipotesi postulate: in particolare, il fatto che le siano misurate senza errore ci permette di affermare che il valore vero assunto in corrispondenza dalla è ; visto che è la legge fisica che lega le due variabili tra loro.

Questa funzione di verosimiglianza rappresenta allora la densità di probabilità collegata all’evento casuale consistente nell’essere la legge fisica che lega ad rappresentata dall’equazione , qualora si siano ottenuti gli valori misurati , e sotto le quattro ipotesi su elencate.

I valori più verosimili del parametro saranno quelli che rendono massima : vedremo ora che la soluzione è unica; e, ancora, il teorema di Cramér-Rao ci permetterebbe di dimostrare che la stima, appunto, più verosimile (la retta che corrisponde al massimo della probabilità) è anche la stima di minima varianza (ovvero la più precisa possibile). Prendendo il logaritmo naturale di entrambi i membri, risulta

.

I valori più verosimili dei parametri e sono quelli per cui è massima , ovvero è minima : il problema dell’interpolazione lineare dunque si riduce (se sono soddisfatte le ipotesi citate) a quello di trovare tra le infinite rette del piano quella che rende minima la funzione

(essendo tutti gli altri termini indipendenti dalle due incognite e ).

L’interpretazione geometrica è evidente: la retta soluzione del nostro problema è (come già preannunciato) quella che rende minima la somma dei quadrati delle distanze, misurate però parallelamente all’asse , dall’insieme dei punti misurati; queste “distanze” sono anche comunemente chiamate “residui”. Per trovare il valore dei coefficienti dell’equazione di tale retta, calcoliamo ora le derivate prime della funzione :


Imponendo che le due derivate prime siano contemporaneamente nulle,