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Prefazione



Quando ho cominciato a tenere uno dei due corsi di Esperimentazioni di Fisica I (per il primo anno del Corso di Laurea in Fisica), ormai molti anni fa, non sono riuscito a trovare un libro di testo in cui fosse contenuto, della materia, tutto quello che io ritenevo fosse necessario per la formazione di uno studente che si supponeva destinato alla carriera del fisico; e, dopo aver usato per qualche tempo varie dispense manoscritte, mi sono deciso a riunirle in un testo completo in cui la materia fosse organicamente esposta.

Per giungere a questo è stato fondamentale l’aiuto datomi dal docente dell’altro corso parallelo di Esperimentazioni, il Prof. Sergio Ciampolillo, senza il quale questo libro non sarebbe probabilmente mai venuto alla luce; e tanto più caro mi è stato questo suo aiuto in quanto lui stesso mi aveva insegnato nel passato la statistica, completa di tutti i crismi del rigore matematico ma esposta con la mentalità di un fisico e mirata ai problemi dei fisici, nei lontani anni in cui frequentavo la Scuola di Perfezionamento (a quel tempo il Dottorato di Ricerca non era ancora nato).

Assieme abbiamo deciso l’impostazione da dare al testo e, nel 1987, preparata la prima edizione; che era ciclostilata, e che veniva stampata e distribuita a prezzo di costo agli studenti a cura dello stesso Dipartimento di Fisica. Il contenuto è stato poi più volte ampliato e rimaneggiato da me (e, all’inizio, ancora dal Prof. Ciampolillo: che ha partecipato a tutte le successive edizioni fino alla quarta compresa); dalla seconda alla quarta edizione, poi, il testo è stato edito a cura della Libreria Progetto.

L’esposizione della materia è vincolata dalla struttura del corso. Un testo organico dovrebbe ad esempio presentare dapprima la probabilità e poi la statistica; ma gli studenti entrano in laboratorio sin dal primo giorno, e fanno delle misure che devono pur sapere come organizzare e come trattare per estrarne delle informazioni significative. Così si è preferito parlare subito degli errori di misura e dell’organizzazione dei dati, per poi dimostrare soltanto

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