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quorum ope, et consilio Veliterni, Privernatesq. Populo Romano Bellum fecissent. Scrive l'istesso Autore. Abbassate per tanto l'altere Cervici queste due insigni Città, respirarono li Romani; perche s'impose fine alle Guerre de' Volsci, più feroci, e più potenti nemici della Repubblica: e ben li fù necessario per la Guerra, che li fecero li Cartaginesi sotto la scorta, e comando d'Anibale, che gionse fin'alle Porte di Roma: la quale contro tutte le Nationi si fece conoscere Fortunata; onde con Plutarco si potè dire, che Roma era il vero Albergo dell'humana Fortuna, Postquam transmisso Tiberi ad Palatium appropinquavit, alas deposuit, Talaria exuit, ac infideli, et versatili illo globo misso facto, ita intravit Romam, ut mansura. E perciò come nota il Dempsero Roma si puol chiamare Città eterna, così scrive Ammiano Marcellino, Orphitus Præfecti Potestate regebat Urben æternam. E lo conferma Tibullo con li seguenti due versi.

Romulus æternæ nondum fundaverat Urbis
Mœnia consorte non habitanda Remo.


Velletri Capo de' Volsci.
Cap. VII.


Sette Sono le Città insigni, che per testimonianza di gravi Autori, hanno goduto il Primato de' Volsci, in questa guisa (direi) che sette Città famose hebbero civil contesa, per essere stimate dal Mondo Patria del gran Poeta Homero, quindi, se di quelle da persona indifferente si lasciò scritto,

Septem Urbes certant docto quæ Patriæ Homero

Di queste parimente potrò dimostrare Io à qualunque sia curioso Letore, che,

Septem Urbes certant Volsca quæ Regiæ Genti

E se quelle furono Smirna, Colofone, Rodi, Salamina, Chio, Argo, et Atene. Queste sono Anzo, Eccetra, Ferentino, Piperno, Sessa, Terracina, e Velletri. Sono alcuni, che pretendono poterci connumerare Coriolo, e Fregelle, ma à mio giudicio s'ingannano, perche se bene furono Città principali in comparatione à molt'altre, e di quelle furono stimate come Capo, con tutto ciò non hebbero la