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undè Latina lingua. Dal che mi faccio lecito d'argomentare non esser vero, che i Latini cosi fossero chiamati dal Rè Latino, ma ben si dal paese che habitavano, come disse Vergilio,

Inferretquè Deos Latio, genus undè Latinum.

Lo confermò ancora il Sabellico con queste parole, Latini à Latio sunt, non à Latino Aboriginum Rege. E ben vero che li Troiani cortesemente da Latino ricevuti, lasciando il primo nome, furono da questo Rè chiamati Latini, tanto piace à Dionisio, Nec ita multo post veteri appellatione, unà cum Aboriginibus à loci Rege Latini nuncupati sunt. Morì Latino nella guerra contro Turno Rè de Rutuli, non lasciò altri figli, che Lavinia già sposata ad Enea Troiano, che restò assoluto Signore del Regno de' Latini, del quale al parer di Giustino per lungo tempo ne fù capo Alba, hora Albano, Quæ trecentis Annis Caput Regni fuit. E lo conferma il Floro, dicendo, Alba tun erat Latio Caput. Città, ch'al sentimento di Solino, fù fondata da Ascanio assieme con Fidena et Anzo. Enea visse nel Regno III. Anni, à cui succedè Ascanio, che doppo haver regnato XXXVIII. An. non havendo figli, lasciò (dice Servio) à Silvio Postumo il Regno, per essergli frstello, figlio di Lavinia, Ascanius sine liberis reliquit Silvio Postumo Regnum Albæ. Doppo soccessivamente regnarono Enea Silvio, Latino Silvio, Alba Silvio, Athi, ò pure Epito Silvio, Capi Silvio, Capeto Silvio, Tiberino Silvio, che diede nome al Tevere, prima Albula detto, Agrippa Silvio, Arenulo, ò Aremulo, ò pure Romulo Silvio, Aventino Silvio, Proca Silvio, Amulio, e Numitore Silvij Fratelli, e Zij di Romolo, e Remo, quali questi furono Rè de Latini, come registrano gravi Autori, Greci, e Latini.


Del Regno de’ Volsci.
Cap. III.


Cinque furono li Popoli principali, c’habitarono il nostro famoso Latio, Latini, cioè, Equi, Hernici, Rutuli, e Volsci: lasciando da parte gl’Aborigini, i Pelasgi, i Siculi, gl’Ausoni, & altre genti, che di quà dal Tevere procurarono di dimorare, e trà li detti cinque, gli più antichi