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tanto, ch'uguagli il merito vostro; nulladimeno, quanto per Noi si può, vi lodiamo, e inalziamo questo vostro invitto Animo nell'obedienza della Santa Chiesa, e prontamente dimostrato contro il furore di questo empio, e malvaggio Tiranno. Non si deve far paragone dal Dominio della Chiesa alla tirannica Signoria, perchè quella è una vera Protettione de' Popoli, e questa nõ attende ad altro, ch'à sottometterli, acciò si possano divorare e loro, e li beni di essi, come si vede ogni giorno. Levatevi dunque sù figliuoli, et inanimatevi con ardore contro quelli, che cercano impadronirsi di voi, e vostra Città, e levarvi dall'obedienza di questa Santa Sede; perchè così, oltre alla gloria, et honore, ch'acquistarete, vi aprirete la via al Cielo, e nel Mondo procurarete quiete. Se Noi possemo cosa alcuna per cotesta Città, ci offeremo; così se havete bisogno de Soldati à Piedi, et à Cavallo, avvisarete, che subito si mandaranno per vostro aiuto. Io raccomando molto la custodia di quella fedel Città alla Prudenza, e Fede vostra, e ci pare, che quelli seditiosi, e traditori non debbano rimanere in Velletri, ma scacciateli, perchè quello che hora non han potuto fare, lo potriano fare un'altra volta. Data in S. Pietro li 23. di Decembre 1407.
E' vero, che da questa lettera si scorge, ch'alcuni Velletrani, senza timor di Dio, piegavano alla parte di Ladislao (erano quelli della parte de' Lupi, quali non potendo vendicarsi della Fattione avversa, chiamata delle Pecore, procuravano di dar la Città in mano al Rè) ma è ancor vero, che la Città tutta, il Magistrato, e Conseglio, oppugnavano à Ladislao, e si mostravano divotissimi al Somme Pontefice, e fedeli à Chiesa Santa; e perciò fecero rigoroso risentimento contro di quelli tali, che adherivano all'Invasore, scacciandoli dalla Città come Contumaci, e Rebelli; onde l'istesso Legato Apostolico, poco doppo scrisse la Terza lettera seguente.
Nobili dilectissimi, etc. A somiglianza di quello, che