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Olimpii Simulacro à Phidia composito similari; et assegnandone la raggione, dice, Id enim, inquit, immobile ubicumque Artifici placuit, permanet, cioè à dire, che sicome quella Statua, per essere senza spirito, et immobile, dove si pone dall'Architetto, ivi si ferma. Così la Città senza Cittadini virtuosi, e buoni, senza vigore si sperimenta; e se da straniera violenza vien aggravata, come morta si discuopre: E perciò per dimostrare, che Velletri sia stata una Città in qualsivoglia tempo, viva, e vigorosa, narrarò la virtù, valore, e splendore de' proprij Cittadini, tanto nelle Dignità, quanto nelle Scienze, e nell'Armi, né quali specchiandosi li viventi, e li posteri, saranno eccitati a seguir l'orme loro della virtù, che facilmente se ne farà preggiato acquisto, quando nell'humane operationi si pigliarà per oggetto presente un Cittadino honorato, virtuoso, e valoroso; potendosi dire quello che scrisse Seneca à Lucillo, Accipe hanc quidem utilem, et salutarem clausulam, ut in omni actione nostra semper aliquis vir bonus nobis adesse videatur, ut sic tamquam illo spectante vivamus, et omnia tamquam illo vidente faciamus.
So che da alcuni si stima questa Città di nullo, ò poco splendore in quanto alle Degnità sacre; e pure dimostrarò, che poche Città d'Italia l'avanzino. E per stare a divedere, che non dico cosa di mio capriccio, et immaginaria, perché, come scrisse Polibio, Dempta ex Historia veritate, narratio inutilis est, soppongo, che la Fameglia Ottavia sia originaria da Velletri, come si è per sentenza di molti Scrittori apertamente di sopra provato. Soppongo in oltre, che la Fameglia de' Conti di Tuscolano sia l'istessa, che la Fameglia Ottavia, così dice il Zazzera1, il quale per maggiormente autenticare la Discrittione Historica della Fameglia di S. Eustachio, comincia doppo gl'Anni del Signore DCC. per la retta linea di Tolomeo Ottavio; supposto dunque questo, io dirò, che molti Personaggi insigni siano stati oriundi da Velletri, et il Primo è.
S. Clemente Papa figliuolo di Faustino Ottavio. Di quanti meriti sia stato questo glorioso Pontefice, e Martire, non lo puole esprimer la mia penna, e perciò mi bastarà narrare, che egli sia stato d'una Fede incorrotta, d'una Vir-

  1. Autore del Della Nobiltà d'Italia, sulle genealogie delle più importanti casate nobili italiane, opera pubblicata nel 1615.