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in mano un Ramo Ottaviano, quando trionfava, e gl'altri Imperatori ancora suoi soccessori, come dice Plinio, che registra l'istesso caso, Ex ea triumphans postea Cæsar Laurum in manu tenuit, Choronamquè Capite gessit, ac deindè Imperatores Cæsares cuncti1. Dovevano gl'Imperatori trionfanti, subito finito il trionfo, piantar quel Ramuscello di Lauro, c'havevano portato in mano; e perciò in quella Villa si vidde ad un tempo un Laureto non piccolo. Ma avveniva questo di stupore, che morto l'Imperatore, si seccava subito quella pianta di Lauro, ch'egli doppo il trionfo piantato haveva. Quando poi morì Nerone Claudio, ultimo delle Fameglie de' Cesari, si seccò à fatto tutta la Selva di Lauri; e morirono tutte le Galline, e Polli assieme; segno manifesto, che terminava la Serie de' veri Cesari. Registrarò le parole di Tranquillo, Liviæ olim post Augusti statim nuptias Veientanum suum revisenti prætoruolans Aquila Gallinam albam Ramum Lauri rostro tenentem, ita ut rapuerat, demisit in Gremium. Cumq.; nutriri Alitem pangiquè Ramulum placuisset tanta Pullorum Soboles provenit, ut hodie quoque ea Villa ad Gallinas vocetur. Tale verò Lauretum, ut triumphaturi Cesares inde Laureas decerperent, fuitq. mos triumphantibus, alias confestim eodem loco pangere: et obsernatum est sub cuiusque obitum Arborem ab ipso institutam elanguisse. Ergo novissimo Neronis Anno, et Sylva omnis exaruit radicitus, et quicquid Gallinarum erat, interiit2. Concludasi dunque, che li tre Arbori della nostra Impresa significando le tre sopraccennate Fameglie, siano Lauri, e non Cipressi, ò Pini.
Vengo confermato in questo pensiero da quel che registra Pierio Valeriano, il quale per sentenza di Proclo, dicendo, che il Lauro sia simbolo di salute; vuole che però per custodia, tanto delle case, quanto delle persone si usasse; anzi ne' due seguenti versi d'Ovidio.
Postibus Augusti eadem fidissima Custos
Ante Fores stabis, etc.3
Egli intende che la Corona Civica (questa si soleva dare à chi liberava di morte un Cittadino Romano) fosse di Lauro, et una tal Corona stasse sospesa nella facciata del Palazzo d'Ottaviano,
- ↑ Da quella volta in cui Cesare tenne in mano del lauro in trionfo, portandone una corona sul capo, tutti i Cesari ne sono cinti.
- ↑ Una volta Livia andò a rivedere, subito dopo il suo matrimonio con Augusto, la sua proprietà di Veio e un'aquila che l'aveva superata volando, le lasciò cadere in grembo una gallina bianca che teneva nel becco il ramoscello di lauro che aveva al momento in cui era stata catturata. Per capriccio Livia fece allevare la gallina e piantare il lauro; la prima ebbe una progenie così numerosa che ancor oggi quella casa è chiamata "Delle galline"; mentre il secondo diede vita ad un bosco così folto che i Cesari, quando ottenevano il trionfo, vi andavano a raccogliere il loro ramoscello di lauro; per di più ciò divenne una tradizione, quella di andare subito dopo il trionfo a piantare altri lauri in quello stesso luogo, e si osservò, che in corrispondenza della morte di uno di loro, l'albero che questi aveva piantato perdeva vigore. Così durante l'ultimo anno della vita di Nerone tutto quanto il bosco si era seccato fino alle radici e tutte le galline erano morte.
- ↑ Fedelissimo custode della porta d'Augusto
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