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d'Anibale; fù Propretore in Africa assieme con Publio Cornelio.
Gneo Ottavio nel DLXXXV., fù Pretore della Macedonia, e Prefetto dell'Armata Navale, essendo Consoli Lucio Emilio Paolo, e C. Licinio Grasso; fù destinato ancora in Puglia, ma poi andò con L. Emilio in Grecia dove s'affatigò valorosamente con l'acquisto di molte vittorie; fù Questore di Provincia assieme con Lucio Anicio, e poco doppo dechiarato Propretore, e Proquestore in Puglia; fù Edile Qurule. Era intendente di Lingua Greca, onde, mentre il Console Emilio parlava con il Rè Perseo, egli era l'Interprete. Prima era stato Ambasciatore assieme con C. Popilio in Grecia, con ordine di publicare, che nesuna Città contribuir dovesse cosa alcuna à Ministri Romani in quelle parti per la guerra, se non quanto havesse deliberato il Senato. Trionfò finalmente per detto Rè Perseo, per la vittoria Navale, havendo pigliate molte Città principali, e particolarmente Melibea alle radici del Monte Ossa, verso la Tessaglia. Di quell'Ottavio, penso dicesse Giovenale,
Thessaliæ Campis Octavius abstulit udo
Cædibus assiduis gladio
Questo hebbe l'honore delle Cose Sacre, perche fù uno de' dieci deputati à tal ministero. Gli fù alzata la statua, per lo che disse Cicerone, Cn. Octavii clari, et magnifici viri, qui primus in eam Familiam, quæ postea viris fortissimis floruit, attulit Consulatum, Statuam vidimus in Rostris. Fù Console con Tito Manlio, e di lui narra l'istesso Cicerone, ch'edificasse un superbo Palazzo, che poi li fù dimolito, et abbrugiato da Scauro, Cn. Ocatvio, qui primus ex illa Familia Consul factus est, honori fuisse accepimus, quod præclarum ædificasset sibi in Palatio, et plenam dignitatis Domum, hanc Scaurus demolitus, accensionem adiunxit Ædibus. Sesto Pompeo da' nome à detto edificio di Portico, fabricato vicino al Teatro di Pompeo, ch'essendo stato abbrugiato, fù ristaurato da Ottaviano Augusto, Fecit Porticum iuxta Theatrum Pompei, quam combustam resiciendam curavit Cæsar Augustus. Questo Octavio introdusse lo Squaro Marino in questi nostri mari vicini, portandolo di lontane parti, così scrive Macrobio, Nam Octavius