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riferire, ò restano ingannati per l'altrui relationi di cose, che registrano ne' loro scritti, e cosi si trovano lontani dal vero. Ma li nomi imposti, almeno in parte, si conservano, e cosi non ingannano il Lettore, ma più tosto lo stabiliscono nella vera antichità dell'Historia, Argumentum à Nominibus vetustis Gentium, et Locorum est validius quocumquè Auctore, quia Auctores falluntur, et fallunt, non autem Nomen impositum; onde concludo, che il nome di Giano Prisco, di cui disse Herodiano, Ad Ianum vetistissimum Italiæ Deum, in più luoghi di Velletri, e le Statue Bifronti in più, e diversi siti ritrovate, rendono prova più che bastevole per la verità del Tempio, o Tempij di Giano; e forse per il beneficio, ch'à suo tempo, almeno de' suoi Nipoti, ricevè la nostra Città; perche come Alessandro ab Alexandro1 narra, Iani autem Bifrontis nota, et Navis Prora ideò insculpta feruntur, ut Priscos Latinos tunc esserum Genus, cum pastoritiam vitam agerent, et feræ, agrestiquè vita, legibus, et omni rerum affluentia, quæ illuc terra, mariq. importabantur à Iano, qui cultoris vitæ modum invenit, ex cultos denotaret. Se bene queste attioni sono da altri con qualche raggione più evidente attribuite à Saturno, come di sopra s'è detto.
Vi era anco il Tempio del Dio Sango, che come registra Livio, toccato fù dal fulmine assieme col Tempio d'Apolline, tanto narra nel riferire li prodigij di quell'Anno, Et Veliterni Apollinis, et Sangi Aedes. Chi fosse questo Sango sono diversi li pareri de' Scrittori. Sesto Pompeo vuole, che sia l'istesso che Hercole, dicendo, Gratia Herculi, aut Sanco, qui scilicet idem est Deus. Il Baronio è di pensiero, che sia il medesimo che Giove, come dimostra ne' suoi Annali, trattando di Simon Mago. L'Angelotti2 pensa, che Sango sia Sabo figlio di Saturno, chiamato ancora Hercole da' Greci, e da Catone, Sangus, e Sangnus, in lingua Etrusca, e Sabina è l'istesso, che Sanctus in lingua Latina, e che Saga in lingua Aramea, ch'altro non significa, che Sacerdote, e sacrificante, dice Sesto Pompeo. Viene autenticata questa oppinione da Catone, il quale parlando dell'