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in Roma, In Regione Palatii, ad Capita Bubula), nulladimeno non si registra tal luogo, che sia sacro. Concludesi dunque, ch'essendo cosi superstitiosamente stimato questo accennato luogo, più presto de' natali, che d'allievo creder si debba, onde si possa affermare, che l'oppinione commune, et antica de' Popoli sia certa, ch'Augusto sia nato in Velletri, e non il suo capriccio, che per esser Romano haveva per scopo d'accrescere honore, e fama alla Patria con li natali del primo Imperator del Mondo, come Roma era Capo, e Regina del Mondo.
Resta convinto Tranquillo con quello, ch'egli stesso dice, trattando de' portenti, et augurij, che presaggivano le felicità d'Ottaviano; frà quali narra, che le Guerre immortali nate trà Romani, e Velletrani fossero, perche essendo stata una parte della Città di Velletri toccata dal Fulmine (chiamato Fulmen Regale) li nostri Cittadini andarono all'Oracolo, e ne riportarono per risposta, che un Cittadino di Velletri doveva dominare il Mondo; dal che insuperbiti, si mossero subito, e con l'armi alle mani coraggiosamente cominciarono à far Guerra à Romani, che durò lunghissimo tempo, con esterminio quasi della propria Città. E se bene l'Oracolo era per se stesso fallace, e bugiardo, con tutto ciò verificossi il suo detto (ancorche tardi) in Augusto nostro Cittadino, che fù il primo Imperator del Mondo, Velitris antiquitùs tacta de Cælo parte Muri, responsum est eius Oppidi Civem quandoquè rerum potiturum, qua fiducia Velitrini, et tunc statim, et postea sæpius pene ad exitium sui cum Populo Romano belligeraverant, serò tandem documentis apparuit ostentum illud Augusti potentiam portendisse. Dall'Oracolo, che da pazzi Gentili si stimava verace, viene Augusto chiamato Cittadino di Velletri, à cui, come à tale dal Cielo si prometteva l'Imperatore, che prima d'ogn'altro ottenne; come dunque non nato in Velletri, ma in Roma? Perche non disse Romanus Civem, se egli in Roma era nato, ò nascere doveva? Ecco la passione di Tranquillo, ch'in questo chiamarò Tempestoso per Velletri, contro di cui mostrò non poco livore in toglierli quello che la Natura li diede.