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quibus Metropolis fuit Anxur, nunc Terracina. Di Velletri se ne farà chiara dimostranza seguentemente, per dire con Historica verità. Septem Urbes certant Volscæ, quæ Regia genti
Che Velletri ancor ella Città insigne habbia goduta questa honorevolezza, apertamente lo provarò, mostrando con autorità, e con raggione la verità. E d'avertire, avanti, ch'io dia di mano alle prove, che non nego l'altrui pretensioni, ne meno voglio pigliarmi briga di contrariare a' Scrittori moderni, et antichi, de' quali diversamente chi l'una, e chi l'altra delle accennate Città hanno registrato Regia, e Capo de' Volsci; ne tampoco intendo, che nell'istesso tempo Velletri insieme con l'altre ne fosse Capo, perche sarebbe stata una Repubblica, et un Regno mostruoso, e quasi un'Idra favolosa. Il Regno, ò Republica de' Volsci, per quanto s'è detto di sopra, soggetta a' furori Martiali, hà continuamente con l'adversità, e diversità della fortuna combattuto, e perciò hà variato l'Impero, e la Regia, et hora l'una, et hora l'altra Città col peso sostenuto della Guerra nemica, hanno goduto il nome di Metropoli, e Capo di Popolo così fiero, come da Dionisio si cava, che parlando d'Eccetra, dice, Quæ tum Volscorum Caput erat, tum, allhora cioè, e non sempre. Prima prova per la nostra Città è il superbo Tempio di Marte (del quale raggioneremo à suo luogo) Tempio principale, in cui s'adorava questo falso Nume delle Battaglie, come Dio tutelare della Natione Volsca; Era cosa ordinaria appresso qualunque Natione, ò Popolo, di alzare simili Tempi, ne' quali s'esibiva culto non ordinario al preteso Nume, e se più ve n'erano, in più Città si fabricavano Tempi sontuosi. Roma, benche con vana Religione, e culto s'adorasse, per un certo modo di dire, un'infinità d'Idoli, à quali alzarono Staute, et edificarono Altari, e Tempi; nulladimeno il Tempio di Giove fù il principale, in quello si facevano Sacrificij, et offerivano Voti; à quello s'applicavano spoglie, e particolarmente al Capitolino; quello era in cui spendevano le loro ricchezze, e tesori. L'Annio vuole, che il Nume Tutelare de' Romani fosse Romanesso, per l'augurio, e presaggio buono di tal nome: apportando in sua prova