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il filosofo teofrasto

tevole e pregevole, e ci è stata tramandata da buoni codici come suddivisa in due libri, mentr’è certo che Quintiliano l’aveva letta in un libro solo. Garbato e vivace interprete dello scibile degli scrittori greci, Rutilio Lupo meriterebbe che uno studioso moderno ne illustrasse le chiare doti di filologo e di prosatore, e che dall’ormai vecchia e pur diligente edizione del Ruhnken pubblicata a Leida nel 1768, ne riproducesse il testo con nuove cure ed emendamenti. Eccone intanto il passo di Licone, che è, come già innanzi avvertimmo, la descrizione dell’ubriaco dissoluto? «Che mai credi possa sussistere di buona speranza in un uomo il quale passa tutto il tempo di sua vita in cotal disperatissima consuetudine? Giacché non appena che egli sul mezzogiorno si sveglia ancor pieno della crapula e gonfio del cibo del giorno innanzi, non riesce, il poveretto, a fissar la luce con gli occhi umidi di vino, accecati di alcole, pesanti per viscosità, e poi non è neppur buono di alzarsi da letto avendo perduto ogni forza per le vene che son piene di vino e non di sangue; sicché alla fine, appoggiatosi al braccio di due servi, languido per essersi indebolito a giacere, in camicia, senza nessun altro vestito, impantofolato, con un pannicello in capo che lo difenda dal freddo, a testa bassa, le ginocchia piegate, pallido in viso, tiratosi fuor dall’alcova si trascina al triclinio, dove ci sono quei pochi suoi amici d’ogni giorno istigati dal suo medesimo vizio.

«E qui, nella sala da pranzo, il nostro eroe si sbraccia a cacciar via coi bicchieri quel poco che gli resta di senno e sentimento, e invita gli altri a bere, reputando di essersi procurata una bellissima vittoria, quasi che abbia sconfitto e abbattuto in combattimento chissà mai quanti nemici. Intanto, cosí procedono innanzi insieme il tempo e il bere, mentre gli occhi lacrimosi di vino si annebbiano, e a mala pena si riconoscono fra loro gli ubriachi commensali. Eccone uno che senza nessun motivo provoca a rissa il suo vicino, un altro che, insonnolito, è costretto a forza a star sveglio, questi che si prepara a rissare, quell’altro che cerca di evitar la folla e vuol ritornare a casa, ma il portinaio lo trattiene, lo Tespinge indietro, e gli proibisce di andar via mostrandogli il divieto del suo padrone. E un altro infine che, git-


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