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CAPO TERZO


LA FORTUNA DI UN LIBRO

Che Teofrasto molto si adoperasse in commentar le opere del maestro resulta dalle sue tre opere sulle leggi e sui legislatori che facevano accompagnamento al trattato di Aristotele sullo stato politico, e dalle altre di fisiologia vegetale e minerale che sono complemento delle opere di Aristotele sulla zoologia. Avido di apprender sempre nuove cose e di sempre nuove ricercarne, come lo definisce Plutarco, il filosofo Teofrasto è stato maestro nel senso più umano e moderno della parola, e la contribuito in trentaquattro anni di insegnamento alla nascita, dirò cosí, di tutta la metodologia scientifica e delle singole scienze.

Noi abbiamo già dimostrato piú innanzi com’egli fosse puntuto e garbato a lezione, e come vivacemente sedesse in cattedra. Stobeo racconta che una volta, richiesto di definir l’amore, Teofrasto rispondesse pronto che l’amore è patimento di anima oziosa, e soggiungesse che è l’esasperazione di un desiderio il cui inizio è improvviso, ma la soluzione assai lenta. O non aveva detto il maestro suo Aristotele che «la bellezza si raccomanda da sé, piú e meglio di ogni lettera commendatizia»; e non aveva Teofrasto commentato pur troppo bene che «la bellezza è tacito inganno», volendo riferirsi alla seduzione che la bellezza fa sopra altrui? Immaginate, dunque, come di buon grado accorressero ad ascoltarne la parola i discepoli, e spiegatevi per ciò solo come debb’essere credibile che intorno a lui si raccogliessero non soltanto filo-


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