Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
la composizione dei «caratteri» |
a Pleusicle, ma mette a disposizione sua la propria casa di scapolo con tanta liberalità che l’altro non sapendo che dire lo prega almeno di non far grandi spese per il pranzo, e provoca cosí le rimostranze del lepidissimo suo amico e la descrizione davvero lepida e felice del cerimonioso che usa far complimenti per affettazione. Il carattere ivi descritto, chi lo legga in latino, giudicherà subito che esso è opera d’arte squisitamente espressa, e però noi ne daremo dapprima la traduzione, e poi aggiungeremo, affinché tutti possano più agevolmente intenderlo, il testo di Plauto.
«Perché mi fai questo discorso vecchio e vieto, ospite mio, e mi parli come parla un popolano? Costoro quando si mettono a tavola imbandita sogliono dire: Ma che bisogno c’era di far per noi tutte queste spese? Per Ercole sei diventato pazzo, giacché tutto ciò basta per dieci convitati. Ti fanno colpa che tu abbia speso per essi, e intanto mangiano... E poi, sebbene la tavola sia imbandita in abbondanza, non ti dicono, no: ...Fai portar via questa pietanza, togli questo piatto, il prosciutto mandalo indietro, non ce la faccio piú, leva quel pezzo di maiale, l’anguilla, se la conservi, sarà buona anche fredda, portala indietro, vattene, porta via! Non sentirai mai nessun di loro dir questo con convinzione, ma si buttano a metà sulla tavola, desiderosi di mangiare». Quin tu istane orationem hinc veterem alque antiquam amoves? Proletario sermone meno quidem, hospes, utere. Nam ii solent, quando accubuere, ubi cena adpositast, dicere «Quid opus fuit istoc sumptu tanto nostra gratia? Insanivisti, hercle, nam idem hoc hominibus sat erat decem». Quod corum causa obsonatumst, culpant; ei comedunt tamen... Sed iidem homines miunquam dicunt, quamquan adpositumst ampliter «iube illud demi, tolle hanc patinam, remove pernam, nil moror, aufer illam offam porcinam, probus hic conger frigidus, remove, abi, aufer». Neminem eorum haec adseverare audias, sed procellunt sese in mensam dimidiati, dum appetunt.
Bastano le ultime parole a convincerci che Teofrasto fu il lontano consigliere di cosí fresco ritratto di uomo che è proprio degno di stare cogli altri tipi borghesi e contadineschi descritti da Teofrasto; e verrebbe voglia di congetturare che l’aggettivo greco corrispondente al proletarius latino fosse ádgroikos o, forse,
43 |