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la composizione dei «caratteri» |
rimonie della donna, le garrulae per noctes totas conquestiones. Alcuni tratti non c‛’è dubbio che Girolamo li abbia tradotti integralmente dal greco e riprodotti alla lettera.
A Girolamo lo stile di Teofrasto, del Teofrasto dei «Caratteri» e di libelli come questo sopraccitato, dovette sembrare notevole per semplicità ed evidenza, e dunque si provò a riprodurlo con quella grazia e garbo che son propri al suo ingegno di filologo e scrittore. Undici secoli dopo, l’umanista Guarino da Verona in una lettera all’amico suo Antonio Corbinello, che è la 125 dell’epistolario pubblicato da Remigio Sabbadini e porta la data del dicembre 1418, occupandosi del frammento teofrasteo tradotto da Girolamo ne confutava gli argomenti: vellent per occupationes meas mihi liceret ut Theophrasto quem patronum adducis, verecunde tamen, congrederer, cui divina vis dicendi cognomentumi attulit. Eum profecto longe magis oratoris ac dissuasoris quam philosophi munus absolvisse pro mea parvitate dicerem. Nuptias enim vituperaturus ex artis instituto praevaricari visus est... «vorrei che le occupazioni mie mi permettessero di confutare, con rispetto, s’intende, Teofrasto che tu citi a conforto della tua tesi e il quale si ebbe tal nome dalla divina forza del suo dire, giacché, per quel che posso giudicarne io nella mia pochezza, credo ch’egli abbia assolto piuttosto l’officio di un oratore il quale cerchi di dissuadere che l’officio di un filosofo, e pertanto mi è sembrato ch’egli sia uscito fuori dal seminato, dal cómpito della sua scienza... ». E concludeva perciò che Teofrasto avesse piegato gli argomenti alla sua tesi, come se soltanto i Crassi e i Luculli e gli Antonii potessero menar moglie e le donne da sposare fossero tutte Cleopatre o meretrici, quasi ducturi uxores omnes Crassi Luculli Antoniique sint ducendaegue Cleopatrae aut terentianae Bacchides.
In realtà, il valore dell’operetta teofrastea consisteva per l’appunto in questa rappresentazione vivace oltremodo del matrimonio borghese, allora che Atene era ammalata di borghesismo, e fin gli eroi del vecchio mondo erano rappresentati borghesemente umani o sostituiti dai personaggi della commedia di Menandro dinanzi a un pubblico che li applaudiva con convinzione. È poiché si è parlato assai spesso dell’interesse che Teofrasto ebbe per la
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