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la composizione dei «caratteri»

il libriccino dovesse piacergli assai e gli apparisse «prezioso» davvero e degno d’esser riassunto, o, forse, addirittura tradotto nelle parti più vivaci e commendevoli. Difatti, con somma distinzione e senza nessun artifizio egli enumera a una a una le difficoltà che il saggio incontrerebbe passando a nozze, e questo fa con sintassi cosí semplice che vi si riconosce stibito lo stile dei «Caratteri» teofrastei e l’uso costante dell’infinito e le frequenti ellissi e l’asindeto e quella certa noncuranza, che non è trascuratezza, ma spontaneità di dettato e singolar evidenza. Proverò a tradurre anch’io dal latino di Girolamo, ma, poiché mi sarebbe impossibile ripetere nella nostra lingua accorgimenti stilistici del greco che soltanto il latino riesce in qualche modo a riprodurre, credo altrettanto opportuno che alla traduzione mia si accompagni il testo geronimiano.

«Anzitutto, la moglie è d’impedimento agli studi, e nessuno potrebbe attendere con pari affetto ai libri e alla moglie. E poi, molti sono gli oggetti necessari alle abitudini delle signore, abiti costosi, oro, gemme, spese, cameriere, suppellettili varie, lettighe, carrozza con finimenti d’oro. E tutte le notti le petulanti querimonie: La tal signora esce in pubblico più elegante di me. Quell’altra è riverita da tutti mentre io nella società femminile sono sprezzata come una donnicciuola. Tu perché guardavi la nostra vicina? Perché parlavi con la servotta? Che mi hai portato dal mercato? No, non possiamo avere né un amico né un compagno, giacché lei sospetta nell’affetto per gli altri l’uggia di sé; e, se in una qualunque città è arrivato un bravissimo scienziato, non possiamo andar da lui con quel... bagaglio, né possiamo lasciare a casa la nostra donna. Per un povero è difficile nutrirla, per un ricco sopportarla è un tormento: aggiungi poi che non c’è possibilità di scegliersela, la moglie, ma bisogna tenersi quella che càpita, e, se essa è attaccabrighe, se è fatua, se è brutta, se è orgogliosa, se è spòrca, qualunque difetto essa abbia, lo sapremo soltanto dopo le nozze. Un cavallo, l’asino, il bue, il cane, gli schiavi di vilissimo prezzo, le vesti, perfino, e i bracieri, le sedie di legno, il bicchiere, l’orciuolo di terracotta, prima si provano e poi si comperano: la sola moglie non ti si palesa, affinché non ti dispiaccia,


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