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l’elegantissimo teofrasto

disposto al concreto, qualunque cosa egli imprendesse a scrivere, e perfino le passioni d’amore illustrando con aneddoti che ne chiarissero concretamente ed efficacemente il valore etico ed umano.

Dicearco di Messina era uomo di fortissimo ingegno e in una grande opera intitolata «La vita della Grecia» aveva pur dimostrato che la civiltà riduce sempre più l’uomo a un’esistenza infelice, accedendo piuttosto alla tesi della «Repubblica», del «Timeo» e di altri dialoghi di Platone che alla tesi aristotelica. Teofrasto no, non accettava le conclusioni di Dicearco, e difatti litigò con Dicearco allo stesso modo che questi aveva litigato col maestro Aristotele, ma i due erano tra loro d’accordo in credere che ormai filosofia e politica fossero una scienza sola, e Teofrasto avrebbe potuto far suo questo bellissimo frammento di Dicearco: «La politica non consiste in tenere una carica, in assumere un’ambasceria, in affannarsi a parlare e scrivere per raggiungere la tribuna degli oratori. Questo crede il popolo che sia la politica, e pensa altresi che la filosofia consista nel tener cattedra e pubblicare i corsi delle proprie lezioni. Politica e filosofia hanno, invece una loro continuità sulle azioni della vita cotidiana, che non è visibile giacché solitamente si dice che sono filosofi soltanto quelli i quali passeggiano nel portico, ma non si dice che è filosofo chi va in campagna o chi si reca a visitare un amico. Orbene, la filosofia è stretta parente della politica, e Socrate non fece costruire dei banchi né sedette in cattedra e non fissò per i suoi amici un’ora determinata di una sua conferenza o lezione, ma faceva della filosofia alla buona, scherzando, bevendo, in campagna o al mercato, e finí col farsi imprigionare e avvelenare; egli per primo dimostrando cosí che la filosofia abbraccia tutt’intera la vita di un uomo, nelle sue varie esperienze e attività. E però io credo che la medesima cosa possa dirsi della politica, giacché gli stolti, siano essi strateghi, burocrati od oratori, non fanno vera politica, ma o si mostrano in pubblico col codazzo dei propri clienti, o tengono concioni, o fanno i capipopolo, o prestano a forza la propria opera. Politica invece fa chi è socievole e umano e vuole il bene della sua città, e se ne prende cura per davvero,


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