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il filosofo teofrasto

senso etimologico della parola, in omni historia curiosus o, forse meglio, ad investigandidum curiostor, se ci è permesso di adoprar per lui espressioni che Cicerone usa per altri filosofi dell’antichità; e in questo senso egli è per davvero il miglior discepolo di Aristotele ed è anche tutt’affatto diverso da Epicuro il quale scorgeva in lui l’autentico rappresentante di un indirizzo filosofico inteso e volto ad interessi culturali anziché filosofici. Egli è l’erede della biblioteca di Aristotele, ed è sua l’amara confessione con che credette a guisa di ammaestramento dover conchiudere la vita, rispondendo a quel discepolo che il dimandava se lasciasse nessun ricordo o consiglio:

«Niuno; salvo che l’uomo disprezza e gitta molti piaceri a causa della gloria, ma non così tosto incomincia a vivere che la morte gli sopravviene, e però l’amor della gloria è quant’altri mai svantaggioso. Vivete felici e lasciate gli studi che vogliono gran fatica; o coltivategli a dovere che portano gran fama. Se non che la vanità della vita è maggiore che l’utilità. Per me non è più il tempo a deliberare; considerate voi altri quel che sia più spediente». Tale è il racconto che leggesi in Diogene Laerzio, e queste e non altre sarebbero state, secondo il biografo, Ie parole di Teofrasto vicino a morte; ma esse non sono, io penso, da interpretare come credette di doverle interpretare Giacomo Leopardi, sibbene appaiono sempre più simili a quelle che Cicerone riferisce nel capitolo ventesimo ottavo del terzo libro delle «Disputazioni Tusculane»: Theophrastus autem moriens accusasse naturam dicitur, quod cervis et cornicibus vitam diuturnam, quorum id nihil interesset, hominibus, quorum maxime interfuisset, tam exiguam vitam dedisset: quorum si aetas potuisset esse longinquior futurum fuisse ut omnibus perfectis artibus, omni doctrina hominum vita erudiretur. Vicino a morte Teofrasto si sarebbe rammaricato che la natura avesse fatto dono ai cervi e alle cornacchie di una lunga vita che ad essi poco o nulla giovava, e per contro avesse dato agli uomini una vita troppo breve, i quali se potessero vivere più a lungo avverrebbe che forse sarebbero in ogni disciplina istruiti e culti e raggiungerebbero la perfezione nelle arti.


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