Pagina:Teofrasto - I Caratteri.djvu/15


l’elegantissimo teofrasto

di Epicuro. Leonzio era donna assai pericolosa, e non è escluso che fosse legata da amicizia con l’etèra Lamia favorita del Poliorcete; e dunque non è neppure escluso che allorché s’invelení contro Epicuro l’accusa di ateismo, Leonzio ritorcesse gli argomenti degli avversari del maestro suo, ricordando che non dalla scuola di Epicuro, ma dalle scuole di Platone e di Aristotele, erano usciti i «mutilatori delle Erme» come Alcibiade e i nuovi ermocópidi come Teofrasto. L’ambiente, corrotto e dominato da interessi economici e politici, era assai infocato ed esigeva perciò che anche i filosofi fossero o si trasformassero in uomini di mondo.

Nessuno può negare che Teofrasto fosse uomo di mondo. Le sue abitudini sembrano quelle di un elegante che veste robe, non dico di lusso, ma tutt’affatto diverse dalle altre logore e dimesse degli altri filosofi, e che mostrasi incline ai piaceri della tavola. L’antologista Stobeo ricorda che un suo detrattore gli rinfacciava «di non averlo mai veduto calzar scarpe con doppia suola o chiodate, e di assidersi sempre a tavola ben servita in un appartamento assai spazioso che gli permettesse anche di convitarvi liberalmente amici e scolari». Un altro antologista raccoglitore di curiosità letterarie, Ateneo di Nàucrati, riferisce che Teofrasto a lezione illustrava i più gravi argomenti con naturali artifizi, onde potevasi apprender meglio la cognizione delle cose belle e utili. Ed era così piacevole e arguto che il medesimo Ateneo ce lo mostra in cattedra maestro vivacissimo, narrando come «solesse venire al Peripato puntuale e vestito con accurata eleganza, e poi, messosi a sedere, tenesse lezione, e da nessun movimento o atteggiamento aborrisse, ma una volta imitando il ghiottone tirata fuori la lingua si leccasse le labbra». Teofrasto noi dobbiamo immaginarlo socievole e lindo senza soverchia affettazione o attillatura, ma di gusto fine e in tutto degno della proprietà e misura ch’egli soleva prediligere in quel che facesse e dicesse o scrivesse. Di carattere incline alla piacevolezza, raccon-


7