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teofrasto |
e spirito democratico e libertà, e come se facesse una delle più piacevoli cose della vita. A tal segno lo stimolo della malvagità rende certi uomini maniaci e dissennati nel carattere.
La maldicenza consiste per appunto in avvelenare le parole con sospetti tristi che tengono della calunnia. Il maledico non la risparmia a nessuno per prurito di ciarlare e di giudicare con acrimonia.
Detto con ironia, come risulta da ciò che si legge piú innanzi.
ζωή e ψυχή erano termini di amore usati soprattutto nei postriboli, «vita mia, anima mia, tesoro mio», allora che l’amore era sentimento volgare di postriboli e lupanari.
Leggo προσειπεῖν, espungendo il τινα dei codici. E se ne capisce il perché: perché alla persona che è venuto a domandargli Il tale chi è?, il il nostro maldicente dice e vuol dire di conoscere le ragioni della sua richiesta, immaginando che venga a chiedergliele ad altro fine, al fine di sapere che razza di gente siano quelli di casa.
L’espressione greca tradotta in latino sonerebbe alla lettera: domus ipsa est domus quae pedes tollere consueverit, «anche la casa loro è brava in alzar le gambe...». La frase è di Aristofane, che in una sua commedia alle donne invitate a votare levando la mano fa dire che le donne non sanno alzar la mano ma le... gambe.
L’espressione benigna, commenta Pasquali, nasconde una malignità feroce. Avverti, per intanto, che nella lingua comune del tempo di Teofrasto «conoscere una donna» era espressione benigna per dire «andare a letto con una donna».
Anche qui, come nel quarto carattere, non accolgo la congettura «παρὰ» del Diels, ma leggo semplicemente τὴν θύραν.
Letteralmente: «(a giudicarlo) dal viso».
In pieno inverno, tra dicembre e gennaio.
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