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i caratteri morali

dei corti » che non è cattiva lezione. Qualche codice ha anche [testo greco], «dei normali», che è pessima lezione; ma di prima mano il codice A ha [testo greco] poi corretto in [testo greco].

Ad vivum, ad cutem rasos. Per non andar spesso dal barbiere.

Quand’era caldo, per fare economia.

Figlio di un tintore, Teofrasto certo le cose le sapeva e le aveva anche vedute, e forse aveva anche conosciuto di cotesti spilorci che nella bottega di suo padre chiedevano si risciacquassero e imbucatassero per bene i loro mantelli stropicciandoli con molta terra. E anche in un frammento della sua opera «Le pietre», parlando di certe pietre friabili porose e fibrose, dirà [testo greco], «spander terra sui vestiti».


11.


LA SCOSTUMATEZZA

Non è difficile definire la scostumatezza1, poiché essa è uno scherzare sfacciato e vituperoso, e lo scostumato è cotal uomo che incontrandosi con gentildonne s’alza le vesti e mostra le pudenda. E in teatro applaude quando gli altri stanno cheti, e fischia gli attori che gli altri stanno a veder con piacere, e quando il teatro è silenzioso egli alza la testa e rutta2 per far voltare quelli che stanno seduti. E in pieno mercato, accostatosi alle noci alle coccole di mirto e alle nocciole3, si ferma a mangiarne e intanto4 discorre con quei che le vende, e chiama a nome uno di quelli che passano con cui non abbia familiarità anche se pol vede che hanno fretta5. E a chi esce dal tribunale sconfitto in una causa importante egli si avvicina e gli fa le congratulazioni. Si fa la spesa da sé e noleggia da sé le flautiste6, e mostra a quelli che incontra le provvigioni e li invita a mangiarne. E stando7 sulla bottega di un profumiere o di un barbiere racconta che egli vuol prendere una sbornia. E se la mamma


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