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30 la tempesta

                             Prospero.
                                        Sta’ pur sicuro
che per questo sarai stretto dai crampi
stanotte e ai fianchi avrai dolori tali
che il respiro ti tolgano. I folletti
nell’ore della notte allor che meglio
possono lavorare, i loro sforzi
rivolgeranno contro te. Sarai
coperto di punture così strette
come sono le celle d’alveare
e più cocenti che l’avesser fatte
gli aculei delle api.

                             Calibano.
                                     Il pranzo debbo
mangiarmi! È mia quest’isola. Mia madre
Sicoràx me la dette e tu l’hai presa!
Quando giungesti qui la prima volta
mi accogliesti benigno e gran carezze
mi facesti amichevoli. Mi davi
da bere un’acqua ove spremevi bacche
e m’insegnavi il nome della grande
luce e dell’altra piccola che il giorno
e la notte rischiarano. Ed allora
io ti amavo e cercavo di mostrarti
i pregi di quest’isola: le fresche
sorgenti, le salina, gli opulenti
terreni e quelli sterili. Sia sempre