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172 | NOTE |
che secondo la tradizione faceva deviare i viaggiatori dalla via retta per precipitarli nei pantani su cui ondeggiava.
A pag. 134.
....sarem tutti
quanti cambiati in paperi....
Il testo ha barnacles che secondo lo Skinner sarebbe l'Anser Scoticus. Voleva la tradizione d'allora quest'anitra nascesse da un albero i cui frutti giunti a maturità si aprivano lasciando cadere l'anitroccolo sull'acqua. Il Collins ci fa sapere che «Esistono in alcune parti della Scozia settentrionale certi alberi su cui crescono frutti a forma di conchiglia i quali cadendo sull'acqua si trasformano in anatre e sono chiamate barnacles». L'errore, del resto, era accettato dai più celebri naturalisti del tempo, così che non solo si trova riprodotto nella Cosmografia di Sebastiano Münster, ma anche il nostro dottissimo Aldrovandi lo accoglie nella sua ornitologia, dando per fino il disegno dell'albero portentoso!
A pag. 135. Si ode il rumore di una caccia.
Era credenza comune che una muta di cani spettrali seguita da uno sconosciuto cacciatore, scorrazzasse la terra seguendo qualche dannato peccatore. Così ritroviamo la caccia selvaggia nel canto XII dell'Inferno dantesco e nella novella di Nastagio degli Onesti del Decamerone. Così venne accettata dagli scrittori di magìa come si può vedere del Treatise of spectres di Pietro de Loier, tradotto dal francese e pubblicato in Inghilterra nel 1605.