è un principe vivente, ecco io ti abbraccio
e a te, come ai compagni tuoi dal cuore
v'auguro il benvenuto.
Io non so dire
se tu sia quello, o se non sei più tosto
qualche incantato spirito, che debba
trarmi in inganno anche una volta come
già lo fui poco fa. Ti batte il polso
qual di carne e di sangue e fin da quando
ti ho visto, sento indebolirsi il grave
tormento del mio spirito, che ‒ temo ‒
sia da follia percosso. Tutto questo
se non è finzion, certo promette
una assai strana storia. Il tuo ducato
io ti rendo e il perdon chiedo al mio fallo.
Ma come mai Prospero è vivo e come
si trova qui?
a Gonzalo.
Prima, o nobile amico,
lascia che abbracci la vecchiezza tua
di cui nessun può misurar l'onore
nè limitarlo.
Non potrei giurare
che tutto questo sia pur vero o falso.