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126 la tempesta

Prospero.


da sé.
Avevo
obliato l’ ignobile congiura
del bruto Calibano e dei compagni
suoi contro la mia vita. È quasi giunto
il tempo stabilito al loro inganno.
Rivolgendosi agli Spiriti.
Bene, o spiriti, andate ora, non più.

Ferdinando.


a Miranda.
È strano il padre vostro, è in preda a qualche
emozion che lo commuove.

Miranda.


Mai
fino ad oggi l’ho visto da una tale
collera preso.

Prospero.


Il vostro volto, o figlio,
reca il riflesso di un interno affanno
come se foste spaventato. Siate
tranquillo. Sono terminati i nostri
divertimenti. Erano quelli attori –
come ho già detto – spiriti ed ormai
svanirono nell’aria, nella lieve i
aria. Non altrimenti, gli edifici