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Atto quarto, Scena unica 125


Prospero.


                         Taci, ora: Giunone
e Cerere bisbigliano tra loro
e v’è qualche altra cosa. Fa’ silenzio
o il loro dire perderemo.

Iris.


O voi, Ninfe, chiamate Naiadi dei correnti
rivi, di giunchi cinte, dagli sguardi innocenti
lasciate i vostri ondosi canali e fra le buone
erbe giungete tutte: ve l’ordina Giunone.
Venite, o caste Ninfe, non bisogna tardare,
un contratto d’amore dobbiamo celebrare.

Entrano alcune Ninfe.

Mietitori riarsi dall’agosto opprimente
lasciate i vostri solchi e quivi lietamente
a far festa venite, mettendovi i cappelli
di grossa paglia d’orzo e in giocondi drappelli
unitevi alle ninfe qui presenti e una danza
intrecciate secondo la villereccia usanza.

Entrano alcuni Mietitori e si
uniscono con le Ninfe danzando
una danza piena di grazia. Pri-
ma che questa finisca, Prospero
si alza in piedi di un tratto e
parla loro. Dopo le sue parole
essi vaniscono in cielo con uno
strano, basso e confuso rumore.