si getta fra le di lui braccia
Tu vivi? con tenerezza reciproca Boe. Ancor ti stringo al sen! Teb. Qual giorno
Di contenti è mai questo! Boe. Oh sì; nè a caso
Ci riunisce il Ciel. Sì, esulta, omai
I giuramenti tuoi compir potrai,
E le nostre vendette. Teb. turbandosi Come? - e forse?... Boe. Del nuovo dì la luce
Più non vedranno i nostri
Orgogliosi nemici:
L’odiata stirpe estinguerem. Teb. agitato Che dici?
(Ohimè!...) Padre, e t’esponi?... qui? e se mai?.. Boe. Assicurato è il colpo:
Estinto ognun mi crede. - Infra l’orrore
Della notte vicina
Tutti li svenerem. Teb. con affanno, e fremito mal trattenuto
(Cielo! - eh Isolina!) Boemondo cava un pugnale, e lo mostra a Teb.
Questo acciaro, che del sangue
Di tua madre è tinto ancora,
Ch’io bagnai di pianto ognora,
Che serbava al tuo furor...
La tua destra or lo brandisca,
E punisca il traditor. Teb. Quell’acciar, quel caro sangue
Cela, o padre, ai sguardi miei.
Io resister non saprei